See, the luck I’ve had ! Can make a good man turn bad
Non riuscivo a trovare un titolo adeguato alla mia storia e ho deciso di adottare un pezzo (molto significativo) di una canzone: “guarda la fortuna che ho avuto! Può trasformare un uomo buono in cattivo”. Ebbene sì lo ammetto, lo dico e lo sottoscrivo questo è ciò che sento dentro. Due anni fa diagnosi di sterilità primaria, le mie tube sono completamente ostruite e dovrò ricorrere alla pma di II°livello. Niente di tragico, affronto la cosa con serenità e con positività. Iniziano le indagini specialistiche, gli esami da protocollo e tutto il resto.. Arriva il momento e inizio la stimolazione ormonale con ottimi risultati, 6 ovuli fecondati e 4 blastocisti di buona qualità. Primo transfer, prima batosta…Non si capisce dove si sia collocato l’embrione in base all’andamento delle beta sembrerebbe un’extra uterina. Riusciamo più a vedere una minuscola cameretta gestazionale ma niente! Non è evolutivo. Amen. Altre due transfer delle tre blastocisti e niente di niente. Snervata, inizio a cercare su internet, mi documento su tutto, il mio cervello frigge e nel frattempo ho una voglia matta di ricominciare. Altri accertamenti, altre attese, nel frattempo il Natale…Secondo ciclo e 4 embrioni, ne arriva solo uno in quinta giornata. Poco male vorrà dire che sarà quello giusto perché a Dio avevo chiesto un figlio solo ma sano e niente di più. Beta positive ripetute 4 volte, ecografia a posto…Poi minacce di aborto e si corre dal ginecologo che mi rassicura si tratta solo di un lievissimo distacco coriale. Riposo assoluto, fiale di progesterone, ovuli, supposte di spasmex, e chi più ne ha più ne metta. Sentiamo il cuore finalmente e per ben due volte❤️. Arriva l’inizio del terzo mese e ho il controllo dal ginecologo: niente battito. Mi crolla letteralmente il mondo addosso e oltre il dolore, la rabbia cieca, quella meschina, l’invidia. Perché a me? Perché le altre non abortiscono? Perché rimangono incinte con naturalezza? Poi la vergogna e l’imbarazzo. E sì perché io di questi ostacoli non ne ho mai fatto mistero e ho apertamente parlato del percorso che io e mio marito ci siamo trovati ad affrontare, senza imbarazzi. Adesso invece mi sento in colpa, sento che avrei dovuto stare zitta, non parlarne, non fiatare su questa cosa e divento scaramantica (sì perché anche la persona più razionale lo diventa in certi momenti), tutti a consolarmi, tutti che (per colpa solo ed esclusivamente mia) sanno che per avere figli devo ricorrere alla fivet. E adesso immagino la commiserazione o il godimento di chi vede fallire progetti di vita…Ed io che penso insistentemente che lo sanno tutti e mi sento condannata. Adesso sono stanca e distrutta emotivamente, è tornata la mia depressione con cui dovrò fare i conti. Il desiderio di non mollare non se n’è andato ma non riesco a vedere luce in fondo al tunnel, non mi sento di affrontare altri fallimenti, altre sofferenze, altro stress. Per che cosa? Per rimarcare ogni volta in più le mie mancanze, per ricordarmi ogni giorno che la natura mi ha negato la cosa più naturale che esista al mondo, quello per cui ogni donna farebbe follie. E poi apro fb e vedo foto di nascite, dichiarazioni di amore smisurato verso le proprie gioie della vita, foto di famiglie complete e felici…Ed io piango ogni giorno, mi danno, mi arrabbio di un sentimento cieco che non riesco neppure a controllare. Mi sento meschina, colpevole, sbagliata sotto ogni aspetto, e sola e vuota. Dicono che un figlio non sia essenziale, che si può vivere senza. Solo che a dire queste perle di saggezza sono sempre donne con figli a carico e mai coppie sterili o infertili. Nessuno conosce la sofferenza e il dolore di una dichiarazione di sterilità, nessuno sa la stanchezza fisica e i costi emotivi che si devono affrontare, a costo della propria salute mentale. D’ora in avanti a chi mi domanderà qualcosa o mi dirà di non arrendermi alzerò il dito medio e darò una secca risposta sul farsi i cavoli propri e non una parola uscirà più dalle mie labbra e dalla mia ingenuità. Non voglio sguardi o parole di commiserazione e non voglio più che nessuno mi ricordi quotidianamente le mie mancanze.
Ecco questa è la mia storia