Questa è la nostra storia di infertilità. Nel settembre 2017 ci sposiamo, e decidiamo di non cercare subito la gravidanza. Quando iniziamo a pensarci e soprattutto a provarci, non arriva. Avendo avuto in giovane età piccoli problemi all’ovaio, con una diagnosi di ovaio micropolicistico, decido di fare un controllo con la mia ginecologa di fiducia, che ci consiglia di indagare non solo su di me, ma anche di fare uno spermiogramma a mio marito. Ci rivolgiamo ad uno studio privato, con molta difficoltà mio marito fa una prima raccolta. Risultato zero spermatozoi, anche se il liquido seminale prelevato era molto poco.
Ci invita a ritornare per una seconda raccolta, ma il risultato non cambia. Diagnosi di azoospermia. Con poca delicatezza, il biologo ci parla di sindromi genetiche, che dato le patologia di mio marito probabilmente non riusciremo a ricavare nulla. Usciamo da lì scoraggiati, in silenzio e con le lacrime al viso. Torniamo dalla ginecologa che ci consiglia di contattare un centro pma della zona e di fare una visita andrologica. Esperienza al centro di pma pessima e soprattutto siamo stati trattati con poco tatto.
Inizio le mie ricerche in internet e il nome di un andrologo è sempre più ricorrente e lo stesso professionista ci viene consigliato da un conoscente. Decidiamo di contattarlo e di provare il tutto per tutto. Parliamo di eterologa e non di omologa, ma siamo stati catapultati in un mondo nuovo e dove tutte le informazioni a volte creano ancora tanti dubbi. Il colloquio con l’andrologo, ci chiarisce un po’ di più la nostra posizione e ci viene proposto un ulteriore consulto con un endocrinologo, per provare una cura ormonale, prima di poter tentare un intervento chirurgico per un possibile recupero.
I mesi iniziano a sembrare anni, ma finalmente arriva il momento dell’intervento. E’ fine giugno e la data dell’intervento di microtese viene fissato per il 16 luglio. Un salto verso l’ignoto, ma con i cuori pieni di speranza. E così dopo un po’ di ore di intervento, l’andrologo entra in camera e mi comunica che l’intervento è andato bene, che mio si stava risvegliando, e che avevano recuperato 9 paillettes. Il medico aveva notato che era un giorno particolare, e mi disse le abbiamo fatto un bel regalo di compleanno. Ebbene sì perchè l’intervento è stato fatto proprio il giorno del mio compleanno, e non avrei mai potuto chiedere un regalo migliore.
Da lì sarebbe iniziata l’attesa più lunga, perchè i gameti dovevano essere trasferiti, ma a causa di intoppi burocratici questi richiede più tempo. A bussare alle nostre vite ci avrebbe pensato il covid, provocando ulteriori ritardi. Decidiamo di smettere di attendere e decidiamo di fare un primo tentativo presso la clinica privata, purtroppo a causa di un iperstimolo non ci potrà essere il transfer, ma dei tre ovuli fecondati, purtroppo nessuno può essere congelato.
Attendiamo qualche mese e finalmente i gameti giungono in Italia e proviamo un nuovo tentativo, risultato due embrioni in terza giornata e transfert. L’attesa è lunga, rimango a casa da lavoro, ma purtroppo beta negative. Decidiamo di fermarci qualche mese e riprovare un nuovo tentativo. Molto travagliato, soprattutto per me, perchè a lavoro c’è un focolaio covid. Io con una stimolazione in corso e soprattutto con un tampone da dover fare prima del prelievo. Decido di non andare a lavoro, ma serve ben poco perchè a un giorno dall iniezione del gonasi, risulto positiva. Io con le lacrime agli occhi perchè ancora una volta io destino ci ha tirato un colpo basso. La clinica decide di fare ugualmente il prelievo perchè avendo prodotti diversi follicoli ero a rischio ad ovulare in maniera autonoma.
Parto in macchina con mio marito e sola in una stanza mi preparo al mio secondo pick up. Anche in questo caso risultano due embrioni in seconda giornata. Dopo due mesi transfert da congelato. Anche questa volta con esito negativo. Inizio ad indagare utero, tutto bene e curva glicemica. Scoprendo di essere borderline per l’insulina. Inizio a curare questo aspetto e inizio una nuova stimolazione che porta alla formazione di 3 blastocisti, trasferirò da congelato a causa di un iperstimolo. Nonostante i tanti colpi bassi sono fiduciosa che il mio sogno si realizzerà. Non perdete mai la speranza qualcosa di buono è sempre dietro l’angolo.
#unastoriaunlibro