Parole INfertili

Fino a qualche anno fa credevo che la gravidanza avrebbe rappresentato uno dei momenti più belli della mia vita, l’ho creduto davvero, fino a quando mi sono trovata nel pieno vortice di una fase che nei piani non era prevista: la ricerca di una gravidanza che non arriva. Il primo anno di matrimonio lo ricordo come pieno di aspettative, non ero a conoscenza di quel bel pacchetto di stress che conteneva termometri basali, stick ovulazione, app monitorazione ciclo mestruale e (ciliegina sulla torta) una sfilza infinita di test di gravidanza bianchi come il latte.  Avevo 28 anni, io e mio marito vivevamo lontani, credevo che sarebbe servito solo il nostro amore e nonostante il mio bel ciclo irregolare da PCOS il nostro sogno di allargare la famiglia si sarebbe presto realizzato. Dopo un anno e mezzo decido di trasferirmi, pensare al benessere del mio matrimonio, adottare un cane e fare “qualche controllo” giusto per rasserenarmi. Controlli ok per entrambi e mentre mi faccio rigirare per bene dal centro PMA di I livello avviene il miracolo: test positivo. Ricordo quelle 7 settimane come un periodo meraviglioso, ero talmente felice che mi sembrava di essere protagonista di un film Disney, stavo bene,le mie beta crescevano e con loro la mia gioia e il mio senso di colpa per aver dubitato che quel momento sarebbe mai arrivato. Prima ecografia: niente battito, non so se ricordo più il silenzio sul monitor o quello del mio cuore. Aspetto una settimana, nuovo controllo, due parole dette dalla ginecologa che risuonano in me come il disco più brutto della storia: ABORTO SPONTANEO. Del giorno del mio raschiamento ho solo dei flash, ero talmente triste che credo di aver pianto e riso in maniera convulsiva, credendo di trovarmi in un incubo ma rendendomi conto che nessuno mi avrebbe svegliata. Dicono che dopo un raschiamento è molto più semplice restare incinta, tutte le persone che conosco che lo hanno vissuto effettivamente hanno avuto fortuna nei mesi successivi, neanche a dirlo per me non è stato così. Sono passati quasi 2 anni, pieni di lacrime, sbalzi di umore, rabbia. Il ciclo che sembra non voler mai essere puntuale tanto per lasciarti ogni mese quella speranza che possa essersi avverato il miracolo. Tutte le analisi riportano la stessa dicitura: nei range. L’unica cosa fuori da ogni range sembro essere io, che cerco mille modi ed approcci diversi per andare avanti e fallisco e piango ad ogni mestruazione. Mi guardo intorno e vedo solo donne con il pancione, bebè, amiche e conoscenti che ti invitano ai loro baby shower e mi viene da vomitare. Ad ogni annuncio di gravidanza è come se sentissi un mattonata nello stomaco, ma sfodero il mio miglior sorriso e cerco di mettere davanti alla tristezza la gioia per una nuova mamma e un nuovo bambino che viene al mondo. Passerà mai tutto questo? Esiste un modo per sentirsi meno uno schifo? Aspetto fiduciosa che la vita mi mandi un segnale e nel frattempo con mix di rabbia e coraggio mi ripeto: prova a salvarti da sola!

2 risposte

  1. … nel nostro lungo percorso, di ormai quasi 8 anni, mai neanche un positivo! Leggendo la tua storia, credo di essere stata protetta fino ad ora almeno, dal dover affrontare anche questo dolore, che credo sia immenso e incolmabile! Per sentirmi meno in colpa, io mi sono fatta aiutare da una psicologa e devo dirti che mi è servito tanto! Ti abbraccio e ti sono vicina

  2. Mi ritrovo completamente nella tua storia e nelle tue sensazioni. Nonostante però io sia sfinita ed esausta ti dico di non mollare. Ricorri a tutti i mezzi che hai a disposizione e provaci fino alla fine. Oppure arrenditi e mettici una pietra sopra ma non credo che sia ciò che vuoi. Ti abbraccio immensamente compagna di disavventure e ti auguro il meglio

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