Sorridere

Leggo le vostre storie, come a volermi riconoscere tra le righe, ma non mi ritrovo. La mia storia inizia nel 2015, quando io e mio marito abbiamo iniziato a cercare un bambino. L’anno successivo approfondiamo il problema e, sorpresa, entrambe le tube chiuse. Ci affidiamo ad un centro di PMA privato a Torino, dove vi paventano un percorso semplice vista la mia giovane età (all’epoca 27 anni) ed apparentemente un solo problema “meccanico” da superare. Si susseguono per un anno svariati tentativi ma nulla. L’anno seguente io e la mia testardaggine capiamo che non era il centro che faceva per noi e scopro che ha aperto un centro di PMA, sovvenzionato da SSN, più comodo da raggiungere rispetto all’altro. Scopro persone che dedicano anima e corpo agli aspiranti genitori ma che allo stesso tempo non indorano le pillole dei problemi. Approfondiscono ulteriormente la mia situazione e, altra sorpresa: problemi con il mio sangue.

Resto incinta, ma c’è qualcosa che non va: faccio villocentesi, la settimana seguente, con il risultato di perfetta salute della bambina, a 13 settimane il suo cuore si ferma. Non avevo mai visto mio marito piangere e la consapevolezza che il problema era sempre io mi bruciava dentro.

Ma io non sono una che molla, nè che si piange addosso. Con una forza e un sorriso che non ha mai destato sospetti (nessuno era al corrente del nostro percorso) sono andata avanti, e parlo al singolare perchè mio marito non ne poteva più di vedermi uscire all’alba per i monitoraggi, di vedere la mia pancia livida e di assumere la qualunque di farmaci; noi stavamo benone come coppia!

Tanti pick, tantissimi transfer falliti miseramente, finchè chiedo fuori dai denti a un medico esterno a tutto e a tutti se valesse la pena insistere a 32 anni ed una mole tale di fallimenti. A suo avviso se me la fossi sentita avrei dovuto insistere, magari cambiando centro. Come per esaurire le “cartucce” tento ancora un tentativo e sorpresa: ben due blasto su due hanno attecchito e ad oggi io ho avuto le mie meravigliose bimbe.

Ho cercato di essere sintetica nonostante la mia storia sia stata molto molto lunga e travagliata. Una cosa però voglio dirla con chiarezza: vedo e ho sempre visto il mio percorso come una sfida, non una sfiga, non un calvario, ma una sfida, che in quanto tale sapevo non sarebbe stato scontato vincere, ANZI. E 6 anni di fallimenti di tentativi praticamente mensili vi assicuro che sono tanti. Nel mio percorso ho imparato così tanto umanamente parlando che sono una persona migliore. Non ho mai varcato le porte del centro con tristezza ma sempre con un gran sorriso perchè, diciamocelo, non è per tutti.

Non tutti sopportano tanto. E’ fatica, è dolore, è dedizione, è pazienza, è fortuna. Ho lottato con le unghie e con i denti per ottenere ciò che desideravano con tanta forza e ce l’ho fatta. So che tante non ce la fanno nonostante sforzi disumani perchè è così, spesso senza nemmeno un motivo scientifico, e questa cosa fa incazzare e tanto. Ma a voi donne che vi approcciate a questo percorso assurdo voglio solo dire: siate cazzute, non mollate, dritte all’obiettivo finchè ve la sentite, ma non vivete per quello. Vivete per voi stesse con gioia, la famiglia è già la coppia.

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