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Adenomiosi: sintomi e possibili terapie della «parente» meno nota dell’endometriosi

Una condizione probabilmente sotto-diagnosticata che può dare diversi disturbi e spiegare problemi di fertilità e relativi a gravidanza e parto

È un problema che, stando alle stime, può arrivare a riguardare una donna in età fertile su tre, ma pochissime sanno di che si tratta e anche le diagnosi scarseggiano: eppure l’adenomiosi, una parente stretta della più nota endometriosipuò compromettere la possibilità di avere figli e soprattutto può mettere a rischio la riuscita della gravidanza , perché la probabilità di possibili complicazioni è parecchio più alta.

Lo ha dimostrato di recente una ricerca dell’Università dell’Ontario Occidentale, in Canada, condotta su oltre nove milioni di donne fra cui circa 2.500 con adenomiosi, una condizione in cui il tessuto che riveste internamente l’utero, l’endometrio, si trova anche nella parete muscolare dell’organo: non va quindi oltre, come accade con l’endometriosi, ma le conseguenze possono essere in parte simili.

Può ridurre l’infertilità

Il tessuto endometriale risponde a estrogeni e progesterone, così cresce e sanguina seguendo l’andamento del ciclo mestruale anche se si trova nella muscolatura; ciò può provocare crampi, mestruazioni più abbondanti e dolore durante i rapporti sessuali, ma in alcune i sintomi sono sfumati e la diagnosi, per la quale possono bastare una visita pelvica e un’ecografia transvaginale, può arrivare in ritardo.

Un guaio perché l’adenomiosi può ridurre la fertilità ma anche complicare non poco un’eventuale gravidanza, come mostrano i dati raccolti mettendo a confronto gli esiti della gestazione in donne con e senza la malattia: in caso di adenomiosi la probabilità di partorire con un cesareo cresce di 22 volte, quella di essere sottoposte a un’isterectomia dopo il parto di quasi sette volte ed è sestuplicato il rischio di placenta previa, ovvero di una placenta che va a coprire la cervice uterina bloccando così l’uscita del bimbo nel canale del parto. Più che doppio è poi il pericolo di un distacco di placenta o di doversi sottoporre a trasfusioni di sangue, così come quello di emorragie e infezioni post-parto.

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