Il piccolo Tommaso, quando era ancora in grembo alla madre, era affetto da una forma molto grave di spina bifida, una malformazione caratterizzata dalla mancata chiusura del tubo neurale a livello lombosacrale. Ma un team composto da ginecologi ostetrici e neurochirurghi della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dell’Università Cattolica, è intervenuta correggendo la malformazione direttamente in utero alla ventiseiesima settimana di gravidanza.
Tommaso era affetto da una grave forma di spina bifida, il mielomeningocele, caratterizzata dalla mancata chiusura del tubo neurale a livello lombosacrale. In genere si interviene dopo la nascita, ma questi difetti peggiorano nel corso della gravidanza. Per questo si è optato per una correzione precoce in utero. I difetti del tubo neurale riguardano lo sviluppo del sistema nervoso e interessano circa 1 su 3.000-3.500 nati vivi in Italia.
