La maternità è una prospettiva possibile per tutte le donne che hanno combattuto o stanno combattendo contro il cancro al seno. Dare priorità alla lotta alla malattia è necessario, ma è bene sapere che esiste un’opportunità per non rinunciare al desiderio di un figlio, una volta vinta la battaglia contro il carcinoma. I numeri ci dicono che il tumore della mammella è il più diffuso tra le neoplasie che colpiscono il genere femminile e che ci sono ben 54.976 nuove diagnosi stimate per il 2020 (secondo il Rapporto Airtum), ma ci danno anche delle speranze, rivelando che l’87% delle donne sopravvive a cinque anni dalla diagnosi. E una volta superato il cancro, la vita può riprendere esattamente nel punto in cui si era fermata e se lo si desidera si può anche avere un figlio. “Molte cure oncologiche hanno degli effetti collaterali, anche a distanza di tempo, sulla fertilità – ha spiegato a Fanpage.it la dottoressa Giorgia Mangili, ginecologa e oncologa, responsabile dell’Unità di Ginecologia Oncologica Medica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano – Per questo motivo grazie agli importanti studi che sono stati fatti sulla medicina riproduttiva, si propone alle donne in età fertile che hanno appena ricevuto una diagnosi di cancro al seno, la crioconservazione ovocitaria o la conservazione del tessuto ovarico, in modo che superate le cure e i tempi di messa al riparo da recidive, sia possibile intraprendere un percorso verso la maternità”.