L’infertilità maschile è in aumento, dovuto anche alla pandemia. I consigli degli andrologi della SIA e del Presidente, Professor Alessandro Palmieri per intervenire

L ’infertilità maschile, con la pandemia dell’ultimo anno e mezzo, ha subito un’impennata. I ritardi nel ricorso a visite andrologiche e a procedure di conservazione dei gameti, si sono sommati alla cronica tendenza a sottostimare e trascurare le cause maschili quando si desidera diventare genitori. Le coppie intanto sono “invecchiate” e il tempo perduto, essenziale quando si parla di infertilità, potrebbe comportare un rischio irrimediabile di sterilità o la riduzione significativa della percentuale di successo delle procedure di procreazione medicalmente assistita (PMA). Allora cosa fare?
«Intraprendere con tempestività un corretto percorso di diagnosi e terapia dell’origine maschile dell’infertilità consentirebbe invece di evitare la PMA o migliorarne del 50% gli esiti». Lo sottolineano gli esperti della Società Italiana di Andrologia che stanno mettendo a punto il primo documento di consenso sulla gestione clinica del maschio infertile. Nel documento saranno per la prima volta contenute le indicazioni condivise sulle procedure diagnostiche necessarie e quando eseguirle, gli interventi sullo stile di vita, l’alimentazione e l’impiego degli integratori.