Il cantante racconta il nuovo singolo («Tutto tua madre») dedicato al suo Nicolas, un anno e mezzo, in un lungo post via Instagram in cui spiega il desiderio di avere un figlio che, però, non arriva, e poi il ricorso alla fecondazione assistita che andrebbe difesa e non messa in discussione.
«Ho voluto scrivere un pezzo per le persone che vivono il dramma di voler creare una nuova vita, senza riuscirci, situazione in cui per qualche anno mi sono trovato anch’io». J-Ax, 44 anni, in un lungo messaggio condiviso via Instagram racconta il senso del nuovo singolo (Tutto tua madre, rilasciato il 14 settembre) che altro non è che una dedica al suo primo figlio Nicolas, con lui in foto, venuto al mondo a fine febbraio 2017, e al percorso intrapreso per averlo.
«In Italia siamo in tantissimi, ma per qualcuno siamo troppi. Dovremmo essere zero», scrive e si rivolge alla politica: «Leggiamo più spesso di iniziative che questo Governo vorrebbe prendere contro la fecondazione assistita e tante altre procedure che aiutano decine di migliaia di coppie italiane a creare una famiglia insieme. Trovo assurdo che un Governo fatto, almeno per la parte più gialla, di persone che ho sempre rispettato e ammirato per la scelta di portare avanti principi di libertà e giustizia possa rendersi partecipe di una ingiustizia simile. Anche perché di certo non è una scelta di nessuno trovarsi in una situazione così, ma si tratta di qualcosa che colpisce tutti trasversalmente, senza favoritismi o pregiudizi: destra, sinistra, leghisti, comunisti, grillini e gente che si nutre solo del proprio respiro».
La conclusione del 44enne poi è un appello: «Per questo motivo, prima di andare fino in fondo e negare a centinaia di migliaia di italiani il diritto di avere un figlio, vi chiedo un piccolo gesto di empatia: come vi sentireste voi se, da un momento all’altro, il rumore del respiro e le risate del vostro bambino sparissero? Quel vuoto è quello che vivono tanti italiani come voi. Quel vuoto tanti non desiderano altro che colmarlo con l’amore. E l’amore, voi, o chiunque altro, non avete il diritto di fermarlo».