Le convinzioni culturali, gli schemi sociali e le influenze religiose hanno un ruolo di primo piano nel guidare le scelte delle coppie che non riescono ad avere figli riguardo le tecniche di fecondazione assistita. È quanto emerge da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Human reproduction da Patrick Präg e Melinda Mills, dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, che nel loro lavoro hanno valutato quanto i fattori economici, sociali e culturali influenzassero il ricorso alla fecondazione assistita in Europa.
Non dipende solo dai costi
«Una coppia su otto ha problemi di infertilità e molte fanno ricorso a tecniche di fecondazione assistita, ma l’utilizzo di queste metodologie varia molto nei diversi paesi europei» affermano gli autori che hanno confrontato i dati sulla prevalenza della fecondazione assistita in 35 paesi europei, guardando in particolare al numero di cicli di fecondazione per milione di donne in età fertile, ovvero tra 15 e 44 anni. E le analisi dimostrano che, sebbene i fattori economici e la ricchezza della nazione siano importanti, non sono gli unici a determinare il ricorso a tali tecniche. «Piuttosto i trattamenti sono più utilizzati in quei Paesi dove sono ritenuti culturalmente e moralmente accettabili» precisano gli autori riportando alcuni esempi significativi.