In Italia ogni anno 400 donne scoprono di avere un tumore mentre aspettano un bambino. Qui la storia di una di loro e i consigli degli oncologi più esperti
«Guarda come cresce. Vedi? I bambini se ne fregano della chemio». La storia di Francesca è tutta qui, in questa frase sfuggita alla sua ginecologa durante una delle ultime eco. Ginevra – si chiamerà così – nascerà a fine mese con un cesareo e sta bene, anche se la sua mamma ha un tumore ed è in cura da mesi. Francesca è felice, per ora non pensa al dopo: «Questa bambina sembra un dono. È arrivata all’improvviso a 43 anni, quando non ci credevamo più, ed eccola qua, nonostante tutto».
Gravidanza e tumore: i trattamenti possibili
«Si stima che oggi circa una gravidanza ogni 1000 si complichi con un tumore, in Italia parliamo di qualcosa come 400 casi all’anno, nella maggioranza neoplasie alla mammella. Ma le due cose possono coesistere e gli studi dimostrano che l’aborto in questi casi non aumenta le possibilità di guarigione delle donne» spiega Lucia Del Mastro, oncologa e direttrice della Breast Unit genovese, tra i centri di riferimento nazionali per la cura dei tumori in gestazione. «Se è un tumore in fase iniziale operabile, lo si può togliere già nel primo trimestre, a meno che non sia localizzato nell’utero o nelle ovaie. Se invece bisogna agire con una terapia medica si attende la 13esima settimana. Il primo trimestre è una fase molto delicata, anche le cure più sicure aumentano le probabilità di malformazioni per il nascituro tra il 10 e il 25%, quelle di aborto tra il 20 e il 30%».