Lo spazio di oggi della rubrica #oltrelestorie è dedicato alla blogger e scrittrice Tiziana Cazziero.
Ciao Tiziana, dal 2011 curi e gestisci un blog sull’editoria dove sono presenti anche tutte le tue pubblicazioni recenti e passate. Per una scrittrice emergente quanto è importante la cura di un blog?
Ciao a tutti e grazie per questo spazio. Io ho sempre amato la parola scritta, da ragazzina racchiudevo i miei pensieri, come molte altre compagne, in un diario segreto. Crescendo però non ho smesso di raccontarmi e quando è stato possibile e ho scoperto i blog, nel 2010, ne ho aperto uno, il primo di una serie, a oggi mi trovate con il mio https://tizianacazziero.com/. Io credo che sia importante, anche se mi rendo conto che non è facile poterne avere uno, nel senso che bisogna aggiornarlo, gestirlo e renderlo quel poco che basta interessante per catturare lettori. Io credo che sia un biglietto da visita, un modo per farsi leggere, conoscere e aggiungo, tutto fa esperienza per un’aspirante autrice, per cui, ben vengano i blog.
Nel 2016 hai pubblicato “E tu quando lo fai un figlio?” (Rizzoli Youfeel), un libro nato da una tua vicenda personale, che hai definito “divertente, emozionante, frizzante”. È stato difficile per te trattare un argomento così delicato come l’infertilità utilizzando toni leggeri?
L’infertilità è stata una costante per oltre un decennio nella mia vita, lo è anche oggi, sebbene sia mamma, non ho dimenticato quegli anni. Ho scritto questo libro per esorcizzare un argomento per me ostico e complicato del quale se ne parla troppo poco. Molte donne si sentono sconfitte dallo stato di infertilità, non sono capite, nessuno ne ha colpa, ma è una realtà con la quale ho convissuto per anni, so come ci si sente e cosa si prova. Per questo ho scritto e pubblicato E tu quando lo fai un figlio?, prima da self nel 2015 e poi con Rizzoli per la collana Youfell nel 2016, volevo essere vicina a quelle aspiranti mamme che lottavano per esserlo. Ho usato toni divertenti perché il tema è già abbastanza pesante, ho pensato che raccontando l’esperienza con personaggi inventati e situazioni spassose ed esilaranti, potesse alleggerire la pesantezza sul cuore di molte donne che convivono con questo fardello sull’anima. Non è semplice e devo dire che non lo è stato nemmeno scriverlo, spesso mi sono fermata durante la stesura per poi riprenderla dopo qualche settimana. Saltare indietro nel tempo era un rivivere emozioni mai sopite completamente. Solo chi ci passa può saperlo, ecco perché ho deciso di scrivere e pubblicare questa storia. Ricevere messaggi di donne che mi ringraziavano per essere state loro vicine, senza saperlo, mi ha reso felice e orgogliosa.
Come hai vissuto il problema dell’infertilità e quale molla è scattata quando hai deciso di raccontare nel tuo romanzo un argomento ancora troppo spesso considerato un tabù?
L’infertilità si vive con una forma di malessere interiore che non riesci a descrivere. Non stai bene, ma non puoi dire di essere serena. Ti senti quasi in colpa perché desideri la maternità, ti dicono che non sei malata, ma di fondo un problema clinico se puoi avere bimbi, c’è e si deve essere. Devi avere tanta forza per non crollare, ti senti sola anche se sei circondata da persone che ti vogliono bene, ma mai nessuna di queste può comprendere cosa si cela nei tuoi occhi spenti. Non saprei dire come e quando è scattata la molla, desideravo scriverlo da tanto tempo, ma come accade con tutte le mie storie, attendo l’ispirazione e poi getto giù la trama. Con questo è stato diverso, scritto in versione Humor, racconta comunque molte emozioni, non volevo qualcosa di triste, ma strappare sorrisi ai lettori pur attenzionandoli su un tema non di “moda”. Quando Rizzoli ha selezionato la mia opera,quasi non ci credevo. Pensavo che non fosse adatto come genere per la loro collana, poi la referente che lesse la mia opera, mi disse che tra quelle righe, anche se con toni frizzanti, c’era tanto amore ed emozioni e meritava la giusta attenzione e arrivare a quanti più lettori possibili.
Oggi sei mamma, ma diventare genitore per te non è stato affatto semplice. Quali consigli senti di dare alle coppie che non riescono ad avere figli?
Sembrerebbe scontato dire non mollate mai e credeteci, detto da una mamma, so che non sono le parole adatte. Ci possono essere tante complicazioni e ognuno ha la sua storia. Io non ho mai abbandonato l’idea di diventare mamma, anche quando tutto il mondo mi diceva che dovevo accantonare il desiderio, che non dovevo “fissarmi”, credetemi, non c’è cosa peggiore di quando ti dicono “sei fissata”. Non sono frasi espresse con l’intenzione di ferire, però bruciano come fiamme vive sulla pelle, non lo dite mai a una persona che sta lottando per diventare mamma. Si tratta proprio di questo, una lotta continua, contro lo status di infertilità, contro la gente, contro il tuo corpo che ti tradisce, contro il mondo che non comprende la tua esigenza. Un consiglio però voglio darlo. Se non siete convinti del percorso intrapreso, vagliate tutte le eventuali possibilità. Cambiate medici, specialisti se potete, modificate il vostro modo di pensare e cercate di vedere in avanti. Io per carattere e natura sono sempre stata convinta di quello che volevo, ho viaggiato, visto tanti medici e non mi sono mai fermata. Ho trascorso così oltre dieci anni. Andate avanti con la vostra vita, ma non annientatevi. Io non l’ho fatto, ho provato a resistere e dovete farlo anche voi. Vivete, viaggiate, lavorate, createvi una vita alternativa, io ho sempre scritto e mi ha salvato la vita. Ognuno ha le sue passioni, trovatene una e concentratevi su questa, nel frattempo curate la vostra infertilità seguendo i percorsi che i medici vi indirizzeranno. Per il resto, il futuro non è detto sapere. A chi segue quel percorso, va mio augurio più grande. Chi vuole mi può contattare su facebook, social o nel blog.