“E’ una pratica medica che consente alla donna di preservare la sua fertilità, offrendole la possibilità di rimanere incinta anche in età avanzata”. L’intervista alla dott.ssa Monica Calcagni
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Sempre più donne stanno scegliendo il social freezing, una pratica medica che consente di prolungare l’età fertile e rimandare il momento della gravidanza. Tra queste anche molti personaggi famosi come l’attrice Sienna Miller e la modella Bianca Balti. “La crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale – spiega a Today la ginecologa Monica Calcagni – è considerata una terapia dell’infertilità futura. Consiste nello stimolare la donna con gli ormoni per farle produrre ovociti che vengono poi prelevati chirurgicamente e congelati attraverso un processo di vitrificazione. Gli ovociti così conservati possono essere utilizzati in un futuro qualora non si riesca a concepire in maniera spontanea”.
Si tratta di una pratica medica già utilizzata da anni in tutte quelle donne che devono sottoporsi a chemioterapia per un tumore o a radioterapia della pelvi o ad interventi demolitivi sulle ovaie, e a cui vi ricorrono anche pazienti con una riserva ovarica bassa in giovane età e donne con endometriosi. “Oggi – spiega la Calcagni -, la stessa tecnica viene utilizzata anche dalle donne che, per motivi personali, vogliono preservare la fertilità e ricercare una gravidanza più avanti nel tempo, o che hanno difficoltà nel concepimento naturale per riduzione della fertilità”. Un’opzione ormai consolidata in molti Paesi come la Spagna e il Regno Unito, e che si sta diffondendo anche fra le donne italiane, che vi ricorrono sempre più spesso anche per motivi legati all’incertezza lavorativa o alla mancanza di un rapporto sentimentale stabile.
Dott.ssa Calcagni, come cambia nel tempo l’orologio biologico della donna e in che modo si può preservare la fertilità?
“Quando si parla di orologio biologico nella donna ci si riferisce alla capacità del corpo femminile di riprodursi e di dare una nuova vita. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una emancipazione femminile che ha fatto slittare l’età della prima gravidanza dopo i 35 anni, e a volte anche dopo i 40 anni. Questo ci ha posto davanti al dilemma della difficoltà ad ottenere facilmente una maternità in maniera spontanea.