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SOS sterilità (e parliamo di maschi)

Negli ultimi 30 anni il numero di uomini che non riescono a diventare padri è addirittura raddoppiato. Colpa dello stile di vita e delle cattive abitudini, sempre più diffuse.

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È la prima volta che visite ed esami per la prevenzione dell’infertilità maschile, come lo spermiogramma, compaiono nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza. E non a caso: negli ultimi 30 anni il numero degli uomini con difficoltà a concepire è raddoppiato. «Anche se va tutto bene, a 18-20 anni bisognerebbe effettuare la visita andrologica, con ecografia dei testicoli e spermiogramma, l’esame del liquido seminale» dice Luciano Negri, specialista in Medicina della riproduzione dell’Istituto Humanitas di Milano. «Questo check dell’apparato riproduttivo permette di intervenire presto in caso di problemi che potrebbero ostacolare la fertilità». Uno dei più diffusi è il varicocele, un difetto a una vena che porta il sangue ai testicoli e si risolve con un intervento chirurgico. Con lo spermiogramma, che valuta la qualità e la quantità degli spermatozoi, è possibile anche prevedere le future difficoltà a procreare e correre così ai ripari, correggendo lo stile di vita. Ma quali sono i fattori di rischio che mettono a repentaglio la fertilità maschile? Scopriamolo insieme agli esperti.

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