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Discorso sulla libertà

Nel 2005 avevo 21 anni, e del referendum sulla legge 40 non mi interessai minimamente. La mia concentrazione in materia di sessualità era tutta per gli anticoncenzionali, passavo dalla pillola al cerotto all’anello, cercando il mezzo meno seccante per sentirmi libera. Fu mio padre a spronarmi a votare per l’abrogazione delle limitazioni della legge 40. Me le spiegò meglio che poteva, suggerendomi che niente è più importante della libertà individuale, soprattutto quando concerne il proprio corpo. Andai a votare, ma non fu raggiunto il quorum. La cosa per me non aveva importanza, non mi interessava la famiglia, anzi la trovavo una scelta poco gratificante per una donna. Dieci anni dopo mi ritrovai ad accettare una proposta di matrimonio e a covare il sorprendente desiderio di avere figli. Un anno dopo ero diventata una fanatica dei blog pancine dove raccoglievo tutte le info per beccare la ciko. Ovulazione, temperatura basale, muco, pompelmo, maca, posizioni, di tutto, davvero di tutto. Non mi sfiorava l’idea che proprio a noi potesse accadere questo, l’infertilita, una parola che ho imparato a pronunciare da poco. Dopo un anno di tentativi decidemmo per la prima comparsa in un centro per la riproduzione medica assistita, eseguimml prime analisi e con sollievo concludemmo che andava tutto bene e tornammo a contare i giorni dell’ovulazione, convinti di farcela da soli. Due mesi fa mi sono decisa a fare l’ultrasonosalpingoscopia, che avevo rimandato per paura del dolore, ma chi voglio prendere in giro… Per paura del verdetto. Tube chiuse, depressione, un mese di pianti e sofferenza. Mio marito mi ha seguito in ogni momento, ma nn credo possa comprendere le tenebre in cui sono caduta a causa delle mie stupide tube. Ho passato 30 giorni a chiedermi come potevano essersi chiuse, se fosse per qualche infezione presa innavertitamente ai tempi della libertà sessuale, o se fosse un difetto congenito. Mi sono martellata e bastonata, passata al tritacarne. Mi sono ritrovata a non gestire il pianto, a fare delle sfuriate per nulla, ad odiare chi le tube le ha aperte. Poi un giorno sono guarita, così dal nulla, mi sono sentita meglio. Sono tornata dalla dottoressa e abbiamo concordato di procedere con la fivet. A breve inizierò la stimolazione ormonale e sto studiando quanto più possibile la materia, come tutte le mamme che si apprestano ad iniziare quedta ricerca. Quello che mi rende serena è la consapevolezza di essere libera di decidere. Libera di contrastare la natura che mi ha penalizzato, libera di concordare la terapia migliore per me, libera di iniziare o finire. Libera e tutelata nella mia libertà. Non sappiamo quando può servirci una legge, grazie ai Radicali per il referendum sulla legge 40, grazie a chi pur nn avendo bisogna di PMA ha lottato per i diritti di noi genitori in divenire, grazie alle coppie che sulla propria pelle hanno modificato questa legge. Grazie di cuore.

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