Ho immaginato tante volte che avrei guardato subito entrando in casa, quello scorcio della tua cameretta da cui entra sempre una bellissima luce e in cui mi sarei aspettata di vederti giocare, ho immaginato lo spazio per la ballpit lì nell’angolino all’ingresso, dove ci sarebbe stata proprio bene e avrebbe trovato finalmente un senso averla conservata per tutto questo tempo, lavata e disinfettata pallina per pallina..
Sistemo le ultime cose, guardo l’armadio e penso a quando lo abbiamo montato insieme io e il tuo papà. Al fatto che gli ho impedito per tutto questo tempo di appoggiarci le sue cose per poterne preservare il profumo di nuovo tutto per te.
Adesso che andiamo via il mio più grande dolore del lasciare questa casa non è il mero materialismo che ci può legare alle cose, quanto il fatto di non aver mai vissuto e potuto dedicarti questo piccolo angolo di mondo pregno di città e di tutto il nostro amore per te. Questa stanza così calda dalle pareti color menta accoglierà presto dei turisti o sarà venduta.
Non aver vissuto, a scriverle queste parole mi fanno paura. Addio casa meravigliosa. Avrei tanto voluto abitarti ancora magari con la mia famiglia. Adesso che devo lasciarti andare, ancora una volta lascio andare una parte di me. Mi chiedo cosa ne resterà, se questa ennesima esperienza così dolorosa potrà fare di me una madre migliore un giorno, prima ancora che una madre.
Ma si fa presto a parlare di infertilità, PMA.. la verità è che invece è una cosa lenta e quando ci sei dentro non lo sai. Ti cambia, cambia il mondo intorno a te e magari ti aspetti che ci sia qualcuno, qualcosa da poter fare perché, anche se all’inizio hai il sentore che qualcosa non stia andando e cerchi qualche suggerimento anche professionale per avvicinarti al risultato, non troverai ciò che adesso sto per raccontarti e che avrei tanto voluto che qualcuno avesse raccontato a me.
Mi sono rimboccata le maniche perché venivo fuori da un periodo difficile e sapevo di dovermi rimettere su, prendermi cura di me sentivo di doverlo fare per me e per mio marito prima ancora di poter pensare a un bambino.
Ho trovato un lavoro, mi sono iscritta a Pilates, ho ricominciato a leggere, a fare lunghe passeggiate in natura.
Quando poi ho avuto l’impressione che qualcosa non stesse funzionando, inutile negarmi che ho avvertito subito un profondo senso di colpa, come se tutto quello che mi stesse succedendo e che -non- stavo procurando a mio marito, fosse solo colpa mia, un po’ come se tutto quanto vissuto mi avesse traumatizzata e impedito di concepire..
Ecco, il senso di colpa è un campanello d’allarme. È il tuo corpo che non senti più tuo. È una delle tante sfaccettature dell’infertilità. Ho smesso di volermi bene e prenotai una visita di controllo. Si, perché, triste a dirsi, ma ancora tanti uomini preferiscono che siamo noi donne a sottoporci per prime ai controlli. Non sentitevi sole. Credo che sia il loro modo di reagire a ciò che temiamo. Noi donne invece ci informiamo, cerchiamo, supporto al di fuori, ed ecco che spuntando sigle e parole ancora per poco sconosciute.. PMA. Quando poi sei in macchina e cogli l’occasione per riportare a tuo marito tutto ciò che sai al riguardo, state già viaggiando verso la prima visita. Iniziano gli integratori, gli spermiogrammi.. ecc. ecc. e ci sei dentro anche se c’eri dentro fino al collo già qualche anno fa, perché ne passa si tempo per arrivare a tutto ciò. Rimandi, speranzosa. No, è proprio qui che si sbaglia. Perché se io non avessi rimandato oggi non starei lasciando la mia casa, la mia famiglia e forse ci sarebbe stato il nostro bambino. L’infertilità ha tante sfaccettature. L’infertilità ti pervade di impazienza e di voglia di fare qualcosa. Ma la verità, è che l’unica cosa che devi fare, è non rimandare quella visita a quando starai meglio/avrai completato la casa/rinnovato il contratto.. anche se nel tuo cuore vorresti non poter interferire con la natura, e allora ti concedi un altro mese e piangi all’ennesimo ciclo.. no, devi prenotare quella visita di controllo. Perche è così che si fa quando qualcosa non va o ci fa male. Le conseguenze dell’infertilità possono essere imprevedibili oltre che alterare gli equilibri di coppia. Involontariamente. Lasciatelo dire da una coppia che non ha fatto della propria infertilità un’ossessione eppure, ci ha tanto cambiati. Oggi la mia infertilità mi porta in una nuova città, dove cercherò un nuovo lavoro, e inizierò una nuova vita, anche se avevo già tutto. abbiamo purtroppo anche qualche anno i più senza di te. Buona fortuna. Il mondo non è dei furbi e nemmeno degli audaci. Non è di chi spinge e nemmeno di chi si fa trainare, non è di chi fugge né di chi resta. Il mondo è di chi ci mette cura.