Eccomi qua, a raccontare una storia un pò diversa, che avrà una fine, o forse un inizio, tra 7 giorni.
Non sono madre, non sono moglie, non sono compagna. Sono una donna. Single. Divorziata per l’esattezza, con una fivet fallita e un matrimonio naufragato in un mare di falsità , con un ex marito che 5 anni fa non voleva più una moglie, una casa (comprata da 1 mese), una cagnolina di un anno e soprattutto non voleva il progetto di una famiglia. La famiglia, il mio progetto più bello, il mio sogno più bello, ancor prima di essere una compagna, ancor prima di essere un medico. Da allora 5 anni di dolore, e di rifiuto di ogni sogno e ogni progettualità. Fino all’autunno scorso, quando, sempre single e sempre medico, mi capita di far nascere Bianca in un’auto e di consegnarla a braccia tremanti alla sua mamma. Tutto cambia, dopo 5 anni sono una donna forte che sta bene con sè stessa, che ha lavato via abbastanza dolore e che può rispolverare desideri nascosti, ma grandi!
E così 1 settimana fa mi sono ritrovata in una clinica spagnola dove ho trovato delle persone splendide, umane, accoglienti. Lì ho incontrato “Pedro”, come ho soprannominato il mio embrioncino. E’ stato, penso, il momento più emozionante e più romantico della mia vita, il regalo più bello che potessi farmi. E lo dico ora, in attesa delle prime beta, totalmente ignara di come andrà.
Ho capito che non potevo rinunciare al tentativo di questo progetto, perchè il solo provarci mi avrebbe fatto chiudere il cerchio. E dopo qualsiasi progetto, con o senza figli, avrebbe avuto un senso. Il senso di averci provato.
Sono così contenta ora.
Così in pace.