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Qualcosa non va.

32 anni sposata, un maschietto nato da eterologa maschile.

Non voglio farla troppo lunga. La mia è una storia semplice, e i problemi sono essenzialmente miei presenti nella mia testa più che nella mia pancia. Ho scelto dopo tanti anni assieme di sposare un uomo disabile. Lo amo. Sapevo avremmo avuto delle difficoltà in più rispetto alle coppie sane e perfette ma mi stava bene così o almeno così credevo. Lui già anni prima sapeva di essere portatore di una mutazione genetica trasmissibile ma vogliamo comunque avere un figlio. Lui però non vuole rischiare di farlo nascere malato, si sentirebbe in colpa. Io non lo stresso ma lui lo sa benissimo che dentro di me non accetto una vita senza figli. Non ci riesco, se almeno non ci si prova che senso ha la mia vita? Mi cerco di auto raccontare che va tutto bene che io valgo anche se non genero nessuno. Sappiamo tutte che tutto ciò è puro coping. Cerco di dirmi che forse Dio non vuole, che è giusto così che io e lui non facciamo figli. Altro Coping. Dopo qualche mese lui mi propone la soluzione adatta a noi : fecondazione eterologa. Io all’inizio accetto, non super felice ma accetto. Lo faccio per me stessa più che per la coppia ma sento che qualcosa non va. Andiamo in un centro. La dottoressa e’ molto brava con grande serietà mi propone una serie di esami. Faccio tutto con lei in poco tempo. Tutto bene, sono perfetta, mi dice che rimarrò incinta subito se facciamo. Sono felice, ma qualcosa non va. Mio marito fa anche lui degli esami. Pare che oltre alla malattia genetica abbia anche 0 semi. Io accolgo la notizia con rassegnazione. Selezionano il simpatico donatore, un ragazzo di 22 anni, spero lo abbiano trattato bene e che abbia fatto tutto senza pressioni. Fissiamo la procedura, tutto molto veloce, facciamo la IUI dopo un breve e veloce monitoraggio tre giorni prima. Io e mio marito ci diciamo che faremo tre tentativi. Se non andranno a buon fine pace, io la FIVET non la faccio mi dico ( forse altro coping ?). Faccio il primo con la dottoressa di cui sopra. Procedura tranquilla tutto bene. Non nutro grandi speranze tanto è vero che ci scherzo su con mia sorella dicendo che tanto ne dovrò fare altre di punture nella pancia. Test due settimane dopo: positivo. Da lì in poi l’ansia si è impadronita di me. La gravidanza e’ stata perfetta fisicamente parlando ma io avevo fanta sintomi. Avevo il terrore di perdere il bambino. Vado spesso a farmi vedere, la dottoressa mi dice che devo darmi una regolata se voglio crescere bene il figlio, idem mio marito. Non faccio ovviamente nessun test invasivo non sia mai, ma tutte le eco vanno bene. Nasce il bebè che è perfetto, bellissimo, un angelo. Un po’ piccolo ma recupera subito. Si attacca da Dio immediatamente. Allora che cosa c’è che non va? La verità è che non vado io. Ho messo al mondo un figlio mio ma che non conoscerà mai il padre biologico. Gli farà male tutto ciò! Perché ?!! E’ solo colpa mia! Tutti qui gli vogliono bene, spero potrà mai perdonarmi per questo un giorno.

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