Da quando sette anni fa la Consulta ha dato il via libera alla fecondazione eterologa, si stima siano nati circa 10mila bambini. E il dato è in aumento. Sono le proiezioni della Società italiana di Fertilità e Sterilità-Medicina della riproduzione (Sifes-Mr), che fa il punto sul fenomeno e sulle prestazioni sul territorio italiano.
Il 9 aprile 2014, a seguito del ricorso presentato dai tribunali di Firenze, Milano e Catania, la Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita (Pma), nella parte in cui vietava il ricorso a un donatore/donatrice esterni di ovuli o spermatozoi in casi di infertilità assoluta: quel giorno, con la sentenza numero 162, la Consulta ha così ammesso anche nel nostro Paese la fecondazione eterologa.
Il successo di una tecnica che risolve diversi problemi
In Italia, le coppie che non possono concepire per mancanza di gameti idonei possono, quindi, accedere alla donazione sia per la parte maschile che per quella femminile. Una procedura sicura, che ha consentito a molte famiglie di coronare il sogno di un figlio. In particolare, secondo il registro Pma dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), sono stati 601 i bimbi nati grazie alla donazione dei gameti relativamente ai trattamenti eseguiti nel 2015; poi 1.457 nel 2016, 1.737 nel 2017 e 2.002 nel 2018. In totale, 5.797 bambini, guardando agli ultimi dati disponibili.
