“La paziente risulta ancora viva in anagrafica”. Così era scritto sulla cartella clinica di Giulia Panizza, nel 1983, due anni dopo che, a soli sei mesi, le era stato diagnosticato un neuroblastoma. All’epoca guarivano solo 7 bambini su 100. Sono passati 37 anni e Giulia è ancora qui, a dispetto di questo tumore del sistema nervoso, tra i più aggressivi e diffusi tra i bambini. Condivendo la sua storia, vuole sottolineare quanto sia importante sostenere la ricerca: siginifica individuare terapie nuove, più mirate e meno invasive.
Le persone come Giulia vengono chiamate ‘lungo sopravviventi’. Come se non potessero guarire, ma solo sopravvivere un poco di più. Poco prima della sua nascita, nel 1979, veniva creato all’Istituto Gaslini di Genova il Registro neuroblastoma dove vengono annotati tutti i casi della malattia in Italia, circa 150 all’anno. “Credo di essere la più vecchia ancora in vita, tra i bambini inseriti nel Registro” dice Giulia.
Dopo la maternità Giulia si è ripresa ed è tornata a lavorare. Per tanto tempo non è riuscita a parlare della sua storia. Poi il desiderio di condividerla con chi aveva bisogno di coltivare una speranza ha prevalso.
