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Oltre le storie: intervista a Nicoletta Sipos

Lo spazio di oggi della rubrica #oltrelestorie è dedicato a Nicoletta Siposautrice del libro “Perché io no? pubblicato dalla casa editrice Sperling & Kupfer.

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Ciao Nicoletta, le protagoniste del tuo libro, “Perché io no?”, sono donne che desiderano un figlio e per averlo scelgono la PMA. Il tuo è un testo importante su una tematica delicata e attuale. Come nasce l’idea di raccogliere queste storie?

Mi sono occupata molto di fecondazione assistita nel corso della mia carriera giornalistica, al tempo in cui le manovre di PMA erano altamente sperimentali e i risultati sembravano più che spettacolari. Un giorno, però, mi sono confrontata con la mia amica Angelica che stava affrontando l’esperienza e aveva sperimentato in prima persona l’incomprensione di amici e parenti, una incomprensione troppo spesso tinta di disprezzo. Così abbiamo deciso di scrivere un libro per spiegare le tecniche e i problemi della PMA.  L’ambizione era di raccogliere le storie delle protagoniste aggiungendo dei riquadri più tecnici per spiegare le varie procedure. Non siamo riuscite a spiegare tutto perché volevamo salvare la forma del romanzo, ma abbiamo raccolto diversi casi.

Il libro racconta di Angelica e di un gruppo di donne tra i 35 e i 40 anni che affrontano la ricerca della maternità, alcune ci sono riuscite, altre si sono arrese, ma tutte hanno scoperto una forza interiore che non credevano di avere. Eppure il racconto dell’infertilità è ancora un grande tabù. Perché, secondo te?

L’infertilità è un mostro subdolo che moltissimi sperimentano sul proprio corpo o sul corpo del partner senza però ammetterlo. Non ne parlano perché temono di passare per uomini e donne a metà. Bisogna essere coraggiosi per metterci la faccia. Gli uomini, in particolare, confondono infertilità per impotenza.

C’è una frase del libro molto significativa, “Cercavamo un figlio, abbiamo trovato un mondo”. Le tue storie sono la testimonianza diretta di molte donne che sono rimaste sempre nel silenzio, ma che si confrontano e condividono le loro esperienze, e scoprono di essere forti e unite. Quanto è importante condividere le proprie storie per ritrovarsi?

In questi casi, ma anche davanti ad altri problemi, condividere è un modo per sfogarsi e in certi casi l’esperienza altrui offre preziosi consigli e perfino qualche soluzione.

Nel tuo blog scrivi che tra gli obiettivi del libro c’è anche quello di diventare uno strumento a difesa del diritto di maternità. Secondo te, cosa si può fare in questo senso?

Molto è già stato fatto grazie all’impegno di associazioni interessate come la Hera di Catania, Cerco un bimbo che è stata molto vicina al mio libro, L’altra cicogna e Strada per un sogno tanto per citarne alcune. Sono intervenute anche avvocatesse illuminate come Filomena Gallo e Maria Paola Costantini. Un piccolo contributo l’hanno dato forse libri come Le difettose di Eleonora Mazzone, ora anche a teatro con successo, e il mio Perché io no? Certo, le battaglie civili non bastano a ovviare la mancanza di fondi e neppure coprono i costi della PMA che restano elevati e con risultati incerti. È ovvio che lo Stato dovrebbe investire di più invece di limitarsi a lamentare il dramma di una denatalità in aumento. Mi chiedo – poi – fino a che punto sono giustificati i costi elevatissimi di certi farmaci.  Infine, dovremmo parlare già ai ragazzi dei rischi dell’infertilità perché evitino pratiche rischiose e scelgano rimedi virtuosi. Quante ragazze sanno che possono congelare i propri ovuli per usarli con buone probabilità di successo quando saranno pronte a diventare madri?

 

Sipos_La promessa del tramontoNicoletta Sipos ha pubblicato recentemente il suo ultimo romanzo, “La promessa del tramonto” per Garzanti. Un amore alle prese con l’efferatezze dei regimi totalitari nell’Europa della prima metà del ‘900.

 

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