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Oltre le storie: l’intervista all’autrice Eleonora Mazzoni

Il terzo appuntamento di #oltrelestorie, lo spazio di ParoleFertili dedicato alle interviste e agli approfondimenti. Oggi intervistiamo Eleonora Mazzoni, autrice de “Le Difettose”“In becco alla cicogna! procreazione assisitita: istruzioni per l’uso”.

OLTRE LE STORIE DEFINITIVO

“In becco alla cicogna” affronta il tema della procreazione medicalmente assistita. Hai deciso di scrivere questo libro dopo aver ricevuto tante lettere dalle lettrici di “Le difettose”, il tuo lavoro precedente. In ogni lettera, il racconto di una storia personale. Quali sono le emozioni più ricorrenti nelle parole delle donne che ti hanno scritto?

Oltre al senso di sconfitta per non riuscire a fare una cosa apparentemente così normale e semplice come un figlio, i sentimenti più diffusi sono quelli di solitudine e di non comprensione. Le persone che non hanno avuto difficoltà a procreare, anche se sono nostre parenti o amiche, spesso non riescono a capire quel miscuglio di rabbia, vergogna, sensazione di ingiustizia e di vuoto che accompagna la ricerca di un figlio che non viene. Ho immaginato “In becco alla cicogna” come un libro che possa essere di profonda compagnia in un percorso arduo e importante.

Hai spesso sottolineato l’importanza per le donne che intraprendono la strada della procreazione medicalmente assistita di fare rete, di supportarsi a vicenda e di condividere le proprie esperienze. Credi che questo avvenga facilmente all’interno della nostra società?

In becco alla cicogna giustoNo, non avviene facilmente, avviene infatti a viso coperto, sul web, grazie ai nickname che rappresentano una maschera che ci protegge. Ma nella vita reale è ancora molto difficile ammettere la propria infertilità e il ricorso alla Pma. Conosco tantissime donne che hanno utilizzato queste tecniche ma non lo confesserebbero neppure sotto tortura. Questo aumenta il senso di solitudine e di vergogna.

Tu, Eleonora, hai affrontato sulla tua pelle le difficoltà di una gravidanza che stenta ad arrivare. Quali consigli vorresti dare alle donne che come te stanno affrontando questo percorso? E soprattutto, come fare a mantenere intatti gli equilibri della coppia?

È difficile sintetizzare i consigli in poche righe, ed è per questo che avuto bisogno dello spazio più lungo e articolato di un libro intero. L’atteggiamento più saggio sarebbe quello appassionato e allo stesso tempo distaccato, capace quindi di utilizzare con fiducia gli strumenti che mette a disposizione oggi la scienza, sapendo però che la possibilità di fallire resta alto. Vagliando i propri limiti, rispettando i tempi personali di elaborazione, mettendo in conto la possibilità di continuare o di fermarsi, esplorando strade alternative di genitorialità. Occorre dare molto spazio, soprattutto nella coppia, alla parola, che è sempre fertile e feconda, guardarsi in faccia, mettersi in discussione, condividere la sconfitta, aprirsi. Solo così la difficoltà di mettere al mondo un figlio può non essere vista unicamente come una sventura ma può diventare un’opportunità per approfondire la relazione e la propria vita.

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